Va bene tutti uniti per Charlie Hebdo, ma non solo...

C’è una sola espressione non volgare per esprimere la mia opinione riguardo quello che sto per dire: certe cose mi fanno veramente girare le scatole.
Ho scritto anche io un articolo su Charlie Hebdo, sul fatto che mi sento anche io Charlie perché supporto e difendo la libertà di espressione, ma mi pare che questa situazione stia a dir poco scemando in un continuo dibattito sul fatto che i musulmani debbano essere cacciati dalla Francia - grande vittoria quindi per il Front National di Marine LePen, che speriamo tutti che non c’entri nulla con questa storia. Parole che ormai escono dalla bocca solo per ripetere sempre le stesse cose. Nel giro di una settimana ho comprato 2 numeri di Internazionale, il Fatto Quotidiano e Charlie Hebdo, e ho letto una montagna di articoli riguardo quella mattina ore 11.30 del 7 Gennaio 2015, ora e data del massacro compiuto nella redazione del giornale satirico. Nel giro dei 2 giorni successivi, in totale sono morte meno di 20 persone.

Con questo non voglio assolutamente insinuare che siano poche o che non è stata data sufficiente attenzione mediatica all’evento (si, perché ormai è definito proprio come “evento politico"), anzi.
Voglio solo sottolineare il fatto che in quegli stessi giorni una bambina, di soli 10 anni, si faceva esplodere in un affollato mercato di Maiduguri, la principale città del nord-est della Nigeria. Uccidendo 16 persone. E che quelle vittime erano solo un residuo dei 5 giorni di massacro che i ribelli di Boko haram hanno compiuto ai danni di più di duemila civili.E che tutto questo è all’ordine del giorno in Nigeria, non fa più notizia. Ed è gravissimo. Neanche ilpresidente nigeriano Goodluck Jonathan ha accennatoun espressione di solidarietà, quando ha mostrato inveceinteresse per la tragedia parigina. Tutto quello che ho scritto in quest’ultimo paragrafo io lo so grazie a un articolo pubblicato da Internazionale, sul numero 1085, di Simon Allison, che scrive per il Daily Maverick, un giornale sudafricano.

Solo un articolo, nella valanga di contenuti che ogni giorno leggo.
Ora, non voglio dire che di punto in bianco non si debba più parlare dell’atto di terrorismo del 7 Gennaio a Parigi, ma è assurdo che ci si sia già dimenticati di Kobane, città curda sotto assedio dello Stato Islamico, o degli innumerevoli massacri che ogni giorno uccidono migliaia di persone in Africa. Moltissime stragi accadono tutti i giorni in tutto il mondo, e noi non lo sappiamo neanche. È naturalmente impossibile sapere tutto, ma almeno evitare di fossilizzarci su un singolo evento, questo possiamo farlo.

Qui la citazione dal Wall Street Journal sul numero di vittime dal 2011 a oggi:
The result was a horrific year: Of the roughly 16,000 people who have died in the Boko Haram conflict since 2011, more than two-thirds—11,245 individuals—died in 2014, according to New York’s Council on Foreign Relations, which tallies news reports.
"Boko Haram Extends Its Grip in Nigeria"
By Drew Hinshaw, Gbenga Akingbule. The Wall Street Journal. 05 gennaio 2015