Ho giocato a Pro Evolution Soccer 6, e mi sono divertito un sacco

(it.wikipedia.org)
Siamo nel 2015. Ci intratteniamo con console di nuova generazione sia a casa che in mobilità, che ci forniscono un elevata accuratezza nell'approssimazione della realtà. Le animazioni dei personaggi nei videogiochi sono sempre di più, i dettagli sono sempre più elevati. Sembra quasi che non stiamo più "giocando", ma lavorando ad un videogioco, quasi se lo stessimo creando noi da zero.
Io non mi divertivo più. O meglio, pensavo di divertirmi fino a che non ho riprovato il vecchissimo ma collaudatissimo Pro Evolution Soccer 6, per gli amici PES. Quello con Adriano e Toni in copertina, per capirci.
(startimes.com)
Poche animazioni, ma tutte efficaci: colpo di testa, colpo di tacco, passaggio, cross, passaggio filtrante. In fondo non impareremo mai tutte le funzioni di FIFA 15 o PES 2015.
(nerdfeed.altervista.org)
Io non ho mai imparato a tirare le punizioni con i FIFA successivi al 12, per non parlare dei PES. Troppi dettagli da curare, si sta perdendo il senso fondamentale del videogioco, e del gioco di calcio in particolare: divertirsi nel simulare un esperienza reale. Ma ci dovrebbe sempre essere una grande differenza quantificabile tra la realtà e la fantasia che è virtuale. Se voglio fare una partita a calcetto, prenoto il campo e gioco con i miei amici in un campo vero. Se piove, ho la febbre o sono stanco, accendo la PlayStation o l'Xbox o il PC e simulo una partita di calcio. Non devo pensare ai dettagli quando gioco ad un videogioco: devo solo giocare. Ecco perché credo che reinstallerò PES 6, e smetterò di pensare quando gioco.